Mettiamo che vuoi fare un’escursione di prima mattina, dove vai? E perché?
Probabilmente andrei alla riserva naturale Fischbeker Heide. È abbastanza vicina, quindi non devo pianificare in anticipo, ma una volta lì sembra di essere in un altro mondo. L’erica in fiore, la quiete, l’aria: mi danno stabilità. Perché ad Amburgo non c’è solo acqua, ma anche natura selvaggia, per chi ha la pazienza di guardarsi intorno.
Qual è lo stereotipo su Amburgo che preferisci? Pensi sia vero?
Non sono sicura che sia uno stereotipo vero e proprio, ma ho notato che c’è sempre almeno una persona in acqua, che sia su una barca, su un SUP o su un pedalò. Questa cosa riflette una caratteristica essenziale della gente di Amburgo: il desiderio comune di entrare in contatto con l’acqua. Anche in autunno, ci sono persone che remano nella nebbia. Il modo in cui l’acqua attira incessantemente a sé le persone è bellissimo, quasi poetico.
E qual è lo stereotipo peggiore?
Il look fotocopia in stile Winterhude, il quartiere bianco e benestante della città: bicchiere in mano, polo, minigonna e stivali chunky. Non è l’outfit in sé che mi dà fastidio, ma il fatto che sembrano tutti uguali, come se avessero rinunciato alla loro unicità in cambio di un modello sicuro. Sembra la negazione di quanto può essere variegato ed espressivo il genere umano.
Che consiglio daresti a chi visita Amburgo per la prima volta?
Consiglierei di non dare troppo retta agli stereotipi o alle guide turistiche, di esplorare con occhi nuovi e tenere a mente che ogni quartiere ha la sua identità. Bisogna anche assicurarsi di trascorrere del tempo vicino all’acqua: da queste parti è quasi una necessità spirituale. E assistere agli eventi culturali: il festival mensile del cibo africano, rassegne d’arte locale e piccoli concerti. Amburgo ha molto da offrire rispetto ai soliti cliché, basta lasciarsi guidare dalla curiosità.